La distillazione

Un po’ di storia

La lavanda odierna deve la sua fama all’odierno olio essenziale.

Esso viene estratto dalla pianta grazie ad un procedimento ancestrale ossia la distillazione a vapore.

Questo procedimento è stato sviluppato dagli arabi nel VI secolo dopo Cristo con l’invenzione dell’alambicco. Oggi gli apparecchi per la distillazione si sono naturalmente perfezionati ma il principio di funzionamento rimane globalmente il medesimo.

I fiori di lavanda vengono messi su una griglia in fondo alla parte dell’alambicco che viene chiamata la cucurbita.

L’apparecchio è messo in contatto con il vapore dell’acqua ed essa attraversando i fiori si riempie del loro olio essenziale.

I procedimenti di distillazione da anni sono migliorati moltissimo.


Il procedimento a fuoco aperto

Sulla base di questo principio generale ogni produttore possedeva un alambicco adatto alla sua azienda. Questo materiale era fabbricato in rame ossia un metallo facile da lavorare, abbastanza leggero e buon conduttore di calore.

La parte essenziale dell’alambicco consisteva in un vaso di taglia più o meno grande, munita di un coperchio (cappello) con un prolungamento a forma di collo di cigno che finisce a forma di serpentina in un recipiente di raffreddamento.

Alambicco a vapore

Col passare degli anni le istallazioni si sono modernizzate, gli attuali serbatoi contengono in media tra i 5000 e i 6000 litri, ma il principio rimane sempre lo stesso con la formazione a vapore.

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